Dove per me tutto iniziò: Paolo Sabatini

Ricordo benissimo quel giorno! Campo sportivo di Torgiano (un carinissimo paesino a 15 km da Perugia), io appena ventitreenne mi presento puntualissimo, indossavo una t-shirt tinta unita e un paio di pantaloncini anonimi…

Mi sentivo prontissimo per il fischio d’inizio della mia “carriera” da allenatore. In realtà non si trattava di un incarico in prima linea, ero stato chiamato a dare supporto per il boom di iscrizioni avvenute quell’anno.

Mister Paolo Sabatini arriva e scende dalla sua Opel nera, che sarebbe da lì a poco diventata protagonista di mille trasferte; io accompagnato da mia madre come fosse il primo giorno di scuola. Ci incontriamo nel piazzale davanti agli spogliatoi. Occhiale da sole, capello lungo e fischietto al collo, una stretta di mano da gentiluomini e via in magazzino a prendere il materiale per l’allenamento.

LA PILLOLA

“Un borsone e una tuta bastava per farci sentire parte del progetto e questo ci dava tanta felicità…”

Un campo di terra mista ghiaia, che in quel periodo la sera si trasformava anche in parcheggio della locale sagra paesana, ci attendeva. Da lì a poco ecco i ragazzi… Compresi subito bene il motivo della mia presenza: erano in 32!!! Tanto che quando i genitori li lasciavano sembrava di stare al terminal di Fiumicino per la coda di auto davanti al cancello! 

Categoria Esordienti, classe 1993. Una processione incolonnata stile boy scout faceva da apertura e chiusura a ogni allenamento, poiché la distanza che percorrevamo dagli spogliatoi al campo era almeno 200 metri. Paolo era super organizzato: doppio programma stampato per lui e per me, campo preparato in anticipo, casacche colorate di sua proprietà (lavate dalla moglie Fiorella, che ringraziamo!)… Tutto era predisposto al meglio gestire quella situazione numericamente insolita.

Da subito mi sono trovato a mio agio con lui e devo dire non solo in campo, ma anche fuori quando ci fermavamo a fare interminabili disamine post sedute allenamento per valutare le nostre performance da allenatori/istruttori.

Lui: esperto, molto appassionato di calcio e grandissimo educatore, riusciva a creare un gruppo e rendere ogni allenamento interessante, costruttivo e a tratti perfino divertente. E io? Cercavo di aiutarlo il più possibile ma la mia inesperienza si vedeva tutta e dentro di me pensavo: “Chissà se un giorno anche sarò in grado di gestire un gruppo come sa fare lui?!”. 

Con me è stato sempre positivo, paziente ed io restavo puntualmente sorpreso dal suo atteggiamento coinvolgente in ogni problematica che ci capitava, cosa che mi dava stimoli e responsabilità, insieme alla grande soddisfazione nel vedere i miglioramenti dei ragazzi nonostante il numero elevato del gruppo e, soprattutto, la differenza di livello inevitabile tra chi giocava già da 5/6 anni e i novellini di quell’anno.

Quella stagione è scorsa in maniera grandiosa, regalandoci parecchie soddisfazioni sia dal punto di vista umano che sportivo e soprattutto creando un legame forte, di stima che ancora dura a tutt’oggi!

Da lì sono passati 14 anni se non erro e quasi ogni cosa è cambiata: io nelle stagioni successive ho cominciato a “camminare da solo”, collezionando nuove esperienze, ma esattamente come allora è rimasto fra noi quel confronto calcistico fatto di racconti e consigli, capaci di offrirci ancora mattinate.

Ed è così che in questi giorni ci siamo rivisti! Colazione insieme nel nostro solito bar. E come sempre la conversazione parte in quinta… Argomento iniziale i ricordi del suo passato…

Che differenze trovi nel calcio della tua gioventù, quando hai iniziato ad allenare e di oggi?

“Quando giocavo io le persone che gestivano le società avevano come comune denominatore la passione per questo sport e valori dai quali non si poteva prescindere; tutto si basava sul volontariato e soprattutto sulla voglia di stare insieme e far parte di un gruppo! Non esistevano quote da pagare e non c’era quindi la corsa all’iscrizione per fare cassa, la selezione era naturale e chi meritava arrivava. Un borsone e una tuta bastava per farci sentire parte del progetto e questo ci dava tanta felicità. Quando ho iniziato ad allenare il calcio era popolato di persone che venivano da quel periodo e quindi condividevano i valori vissuti e acquisiti da calciatore, anche se in modi talvolta rozzi o strani riuscivano comunque a portare avanti le società senza perdere di vista le persone. Oggi non ci sono più quelle persone e quindi non ci sono più quei valori e mi trovo in contrasto con i nuovi modi di pensare e fare calcio dove i ragazzi sono cartellini e quindi soldi e non esseri umani da formare e crescere… Mi sono un po’ disamorato di questi ambienti dove il pressapochismo e la materialità hanno tolto tutti i sentimenti… Quei sentimenti che solo uno sport come il calcio riusciva a darti”.

Paolo, per me, è l’allenatore ideale. Cura ogni aspetto possibile anche al di là del campo, svolge un gran lavoro di supporto alle famiglie e ai giovani, anche sul piano salutistico e pratico come “mezzo di trasporto”! Per il bene dei suoi ragazzi è disposto a farsi davvero in quattro e credo che questo sia il segreto vero anche dei suoi successi sportivi. Un modo di essere che gli ha fatto guadagnare rispetto e affetto da parte dei giovani che ha avuto, pur essendo esigente e tutto d’un pezzo nel gestire meriti e demeriti. Non guarda in faccia a nessuno perché antepone i valori e l’educazione al risultato sportivo… Al giorno d’oggi una scelta coraggiosa quanto rara!

Bisogna conoscerlo a fondo per capire veramente come è, porta a fondo ogni impegno che si prende e la sua passione e dedizione sono stati gli insegnamenti più importanti per me. E grazie a questo atteggiamento, insieme alla sua competenza in materia, si è fatto apprezzare anche fuori regione, in particolare come scout, dai responsabili del settore giovanile del Cesena Calcio.

Ora in attesa di una chiamata per ricominciare ad allenare, si aggiorna e continua a seguire i suoi ex allievi e quando il tempo e gli impegni lo permettono ci troviamo appunto per una colazione… Anche quella per lui è sacra come il latte macchiato caldo senza schiuma che ogni volta prova a farsi fare… Si va quasi sempre negli stessi bar dove ci conoscono, onde evitare gli insulti dei baristi 🙂

A chi dedichi un pensiero prima di salutare gli amici di Socceroad?

Alla mia famiglia, mia madre, mio padre che non c’è più anche lui innamorato dello sport è stato il gregario di Bartali in numerosi Tour de France e giri d’Italia, nonché campione d’Italia… A mia moglie Fiorella che con grande pazienza sopporta le mie disamine e i miei stati d’animo post partita e un saluto a Lorenzo e Francesco, i miei due figli!

Non mi resta che fare a Paolo un in bocca al lupo enorme e ringraziarlo per questa bella colazione insieme… A presto!

LE COORDINATE DI PAOLO SABATINI

COLLEPIEVE ESORDIENTI
TORGIANO ESORDIENTI
GRIFOPONTE GIOVANISSIMI ELITE
DERUTA ALLIEVI PROVINCIALI
TORGIANO GIOVANISSIMI ELITE
SAN FORTUNATO CALCIO A 5 C2
DERUTA SAN NICOLO’

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