Pensate ad un calciatore professionista negli anni dove il calcio italiano era giocato da campioni di fama e carisma mondiale, pensate a una vita senza social e dove non tutti erano miti da inseguire ma pensate anche a quanto era difficile mantenere i piedi ben saldi a terra nella vita reale… Oggi questo racconto di SOCCEROAD ha un nome e cognome: Jaroslav Sedivec.
Magari non tutti se lo possono ricordare, ma negli anni 2000 è stato un assoluto protagonista di successi in campo e delusioni sportive fuori, ma lui oggi lontano dai riflettori ha cambiato totalmente vita ed è orgoglioso del suo nuovo percorso.
Potevi continuare a giocare, magari nelle categorie minori, ma hai preferito dire basta, cambiare vita e dedicarti ad altro, oltre che la tua famiglia.
“Non mi trovavo più negli spogliatoi di oggi, fatti di apparenza, banalità e soprattutto senza avere il fuoco dentro e il desiderio smisurato di giocare a calcio. Sono troppe le distrazioni dei giovani di oggi che fanno perdere di vista la realtà di questo sport, del voler essere o diventare un calciatore: tatuaggi, look mondani, tagli di capelli sempre curati e mille foto nei social portano più apparenza che sostanza”.
LA PILLOLA
…”quei tifosi erano fantastici e mi volevano bene, non vedevo l’ora di uscire dal tunnel e guardare la curva nord. Sono molto legato a tutto l’ambiente e sono orgoglioso che nel museo del Perugia, fra le altre, ci sia anche la mia maglia”…
Quando giocavi ad alti livelli avevi campioni accanto a te e di fronte a te
“Erano gli anni più belli con la Serie A, fatta di campioni mondiali e anche la Serie B era un campionato di livello assoluto; pensa che nel Perugia i miei compagni si chiamavano Fabrizio Ravanelli, Eusebio Di Francesco, Davide Baiocco solo per citarne alcuni noti a tutti! Ero onorato di giocare con loro ed erano un esempio assoluto: grandi calciatori e uomini umili, sempre pronti ad aiutarti, loro che avevano vinto chi scudetti, chi Champions e avevano giocato in Nazionale! E gli avversari? Milito, Pandev e tanti altri…”.
La tua carriera inizia in Repubblica Ceca, tuo paese natale
“All’epoca era Cecoslovacchia, prima della scissione in Repubblica Ceca e Slovacchia avvenuta nel 1992. Ho iniziato a giocare tardi, a 12 anni nella squadra della mia città: il Viktoria Plzen con la quale ho debuttato in serie A all’età di 16 anni, poi su consiglio della Juventus mi prese il Catania della famiglia Gaucci: avevo 20 anni”.
Poi la tua carriera in Serie B italiana
“Feci bene a Catania e fu nel 2004 che insieme a Mascara e Mr. Colantuono ci trasferimmo a Perugia per provar a riportare il Grifo in Serie A, dopo una stagione strana passata in Coppa Uefa prima e finita con una retrocessione particolare”.
Grande stagione quella biancorossa, sei ancora nel cuore dei tifosi per i gol contro la Ternana
“Segnai sia all’andata che al ritorno ma soprattutto conquistammo sei punti che ci permisero di arrivare quarti in classifica poi però successe di tutto: vennero retrocesse in serie C1 Genoa e Venezia per una combine, giocammo la semifinale contro il Treviso vincendo per poi perdere la finale play-off con il Torino; si pensava che potevamo essere ripescati al posto del Genoa in serie A. Invece da lì a poco sia il Perugia che il Torino fallirono e a salire in serie A furono Treviso e Ascoli, fu un terremoto calcistico incredibile”.
Cosa ti è rimasto di quell’annata?
“Tanti amici che ancora oggi mi scrivono e mi vengono a trovare e la consapevolezza di aver fatto una grande stagione in una grande squadra e una splendida città. Ogni tanto mi capita di riguardare i DVD di quella stagione e la sensazione che mi danno è felicità per quello che sono riuscito a dare a quei tifosi che erano fantastici e mi volevano bene, non vedevo l’ora di uscire dal tunnel e guardare la curva nord. Sono molto legato a tutto l’ambiente e sono orgoglioso che nel museo del Perugia, fra le altre, ci sia anche la mia maglia”.
Il Perugia di oggi: cosa ne pensi dell’addio di Nesta?
“In Italia si parla tanto di progetti, ma in realtà sono pochi a sapere cosa significhi: ci vuole compattezza e rispetto del lavoro di tutti e bisogna essere aperti al confronto, solo così si cresce. C’è la moda di cambiare troppi allenatori senza lasciare che l’allenatore riesca a creare una squadra, ci vuole più di un anno; dispiace per Nesta perchè credo abbia fatto un buon lavoro e con un po’ più di fiducia e qualche innesto da parte della società poteva fare molto bene e meglio nella prossima stagione. Spero che il Perugia scelga un allenatore che riesca fin da subito ad incidere e dare tanto alla squadra e all’ambiente: i tifosi se lo meritano!”.
Tornando alla tua carriera: sei ripartito da Crotone, poi Trieste e Mantova
“C’era mister Gasperini, un grandissimo allenatore già allora: mi divertivo in allenamento e non vedevo l’ora di andare al campo. Eravamo una squadra normale per la categoria, ma con lui alla guida riuscimmo a fare un gran campionato arrivando ai play-off… La gente riempiva lo stadio Scida perché era veramente bello vederci giocare. A Trieste anche, mi sono trovato bene, una città bella e affascinante, arrivammo dodicesimi, simile come risultato sportivo a Mantova, tredicesimi”.
La parte finale della carriera con molte delusioni
“Dopo la Triestina il calcio divenne irriconoscente con me, finii del dimenticatoio, tanti colloqui ma preferivano sempre giovani da inserire nelle rose. Andai a Salerno in serie C1 in un’annata travagliata, dove non avevamo campi per allenarci, non percepivamo stipendi e per di più un infortunio mi condizionò tutto l’anno; non avendo fatto la preparazione mi feci male dopo poche gare e non essendoci staff medico per problemi economici mi curavo da solo… Non ricordo le ricadute che ho avuto. A Salò arrivai nel girone di ritorno con la squadra in fondo alla classifica, non feci gol ma contribuii a trascinare la Feralpi alla salvezza diretta”.
Ma ormai eri considerato un vecchietto e non un patrimonio per la società
“Proprio così! Scesi di categoria ma come detto prima non era più il mio mondo, avevo già una famiglia e non potevo permettermi di trascurarli e per di più non percepire stipendi, decisi di stabilizzarmi qui in provincia di Pordenone dove ho deciso di occuparmi di altro”.
La nuova vita di Jaro: come ti senti?
“Per tanti calciatori non è facile ambientarsi alla nuova vita, fuori dai riflettori, ma il calcio è solo un periodo della vita anche se bellissimo; molti miei ex compagni faticano a compiere questo distacco, altri vanno in depressione o si separano dalle loro mogli… Stanno male! Io mi sento bene e sono felice perché sono consapevole che questa è la vita reale: il calcio è solo una parentesi fantastica, un’esperienza stupenda che auguro a tutti di vivere e godersi in tutto, ma non è la vita reale”.
Che fa oggi Jaroslav nella sua vita reale?
“Lavoro nel commerciale di un’azienda vinicola la C&C srl; ci occupiamo di tutto dalla produzione alla distribuzione sia in Italia che all’estero. Un mondo totalmente nuovo per me, ma affascinante con tante cose da scoprire lungo il processo che va dal chicco d’uva alla tavola… Proprio un bel settore!”.
Un altro mondo e un’altra vita
“Diciamo che il calcio per me era un hobby remunerato, mi divertivo da morire e mi fa piacere che tanta gente ancora oggi si ricorda di me, significa che sono entrato nel cuore dei tifosi con la mia passione e voglia di dare il massimo. Ora invece ho una dimensione e un lavoro come tanti altri che mi fa sentire uomo e padre di famiglia, che mi rende felice e mi fa vivere una vita dignitosa lontano dagli sfarzi della vita da calciatore”.
Un sogno per il futuro?
“Insegnare calcio ai piccoli, ai bambini, ma non come vedo in giro dove c’è la corsa alla quota e l’esasperazione del risultato; vorrei divertirmi con loro come facevo a Plzen dove ho iniziato e come poi facevo anche quando giocavo tra tanti campioni e con tanta gente che riempiva gli stadi”.
Parole rare quelle di Jaroslav Sedivec, con cui da anni siamo in contatto: un ragazzo genuino e con idee chiare! Nella vita ci vuole passione, coraggio, fortuna e determinazione ma ci vuole anche umiltà e affetti che rendono veri tutti i momenti più importanti… Grande Jaro è stato un piacere entrare e conoscere la tua vita reale!
Per seguire Jaroslav Sedivec sui SOCIAL > Instagram @Jaro Sedivec Facebook @Jaro Sedivec
LE COORDINATE DI JAROSLAV SEDIVEC:
Jaroslav Sedivec (Plzen, Repubblica Ceca – 16 febbraio 1981) ex calciatore.
PALMARES:
– 53 PRESENZE E 14 GOL IN NAZIONALE GIOVANILE (Repubblica Ceca)
– 219 PRESENZE E 26 GOL IN SERIE B
STAGIONE | SQUADRA | CATEGORIA | PRES | GOAL |
2004/2006 | VIKTORIA PLZEN | SERIE A | 83 | 13 |
2002/2004 | CATANIA | SERIE B | 39 | 3 |
2004/2005 | PERUGIA | SERIE B | 35 | 6 |
2005/2007 | CROTONE | SERIE B | 64 | 13 |
2007/2008 | TRIESTINA | SERIE B | 28 | 1 |
2008/2009 | MANTOVA | SERIE B | 28 | 2 |
2009/2010 | TRIESTINA | SERIE B | 25 | 1 |
2010/2011 | SALERINITANA | SERIE C1 | 9 | 0 |
2011/2012 | FERALPI SALO’ | SERIE C1 | 16 | 0 |
2012/2013 | BASTIA | SERIE D | 19 | 0 |
2013/2014 | MACCARESE | SERIE D | 12 | 0 |
GEN 2014 | ATLETICO S.P. PD | SERIE D | 5 | 0 |
2014/2015 | PORTUMANSUE’ | PROMOZIONE | ||
2015/2016 | SANVITESE | ECCELLENZA |