ALESSANDRO CALORI: gol alla Juve? No! Tanto di più!

Ci sono carriere che non finiscono mai, fatte di episodi, momenti, passaggi che segnano il percorso personale e professionale di ciascuno di noi. La storia di oggi è una di queste, dal campo alla panchina per vivere e scrivere pagine di storia.

Oggi il nostro ospite è un allenatore esperto e abituato a lottare, a lavorare con i giovani… E tanti sono quelli da lui lanciati al grande calcio così come i racconti incredibili durante il suo percorso.

Alessandro Calori ha alle spalle una brillante carriera da giocatore, nella quale ha avuto il piacere di affrontare i calciatori più forti di sempre, essere allenato da grandi maestri e aver messo a segno gol pesanti.

“Ho avuto un bel da fare durante la mia carriera per contrastare, marcare e battere tantissimi grandi campioni: tra i più forti ricordo Careca, Van Basten, Batistuta, Baggio e Weah… Autentici fuoriclasse come anche Maradona e Ronaldo! Oggi questi giocatori non esistono più…”.

Che idea ti sei fatto?

“Il calcio è cambiato e si è andati sempre più a lavorare sul concetto di squadra, trascurando l’individualità; una volta erano i campioni che si prendevano la squadra sulle spalle, oggi non è più così. L’ultimo esemplare che ancora vedo in campo è Ibrahimovic che, nonostante i suoi 38 anni, è il punto di riferimento del Milan, il trascinatore e l’uomo a cui tutti si aggrappano nel momento del bisogno… Se penso che viene da un campionato minore ed è a fine carriera dà l’idea della diversità del calcio. Non ci sono più i calciatori che si “prendono la scena” e cioè che hanno il carisma, la leadership la capacità tecnica e la personalità di essere i pilastri e i parafulmini di una squadra. Oggi l’unico che ci si avvicina un po’ è Immobile della Lazio ma non a quei livelli”:

LA PILLOLA

…”Prima della sfida clou di Verona scrissi un bigliettino a ciascun giocatore. Ad ognuno misi la motivazione personale sul perché bisognava andare a vincere. Oltre la squadra ciascun individuo ha le proprie ambizioni, motivazioni… Feci leva su questo! All’89° andammo in vantaggio, la storia era stata scritta!..!”.

Hai qualche rimpianto di carriera?

“Mi sarebbe piaciuto arrivare in una grande squadra, ma non c’è stata questa opportunità… Ho un rimorso invece per aver rifiutato la possibilità di andare all’estero quando, nel 1998, arrivò l’offerta per andare al Celtic di Glasgow; a distanza di anni mi è rimasto un po’ sul gozzo perché l’esperienza estera sarebbe stata importante dal punto di vista culturale e della crescita personale, ma decisi di rimanere all’Udinese dove avevamo raggiunto l’Europa per il secondo anno consecutivo”.

Al Brescia hai avuto compagni di squadra Top!

“Eravamo un grande squadra fatta di grandi uomini e giovani talenti: Baggio era classe pura, uno spettacolo vederlo in allenamento ma anche Guardiola, personalità da vendere ed esperienza incredibile dopo essere stato una colonna del Barcellona. Poi c’era Toni, stava per esplodere e diventare un bomber di razza e Pirlo: qui è stato un grande mister Mazzone a inventarlo play davanti alla difesa, gli ha cambiato la carriera ed è diventato l’Andrea Pirlo che tutti noi conosciamo”:

Proprio Carlo Mazzone che ricordi hai di lui e di quella corsa sotto la curva atalantina?

“Un allenatore amato da tutti, un grande gestore di uomini, molto esigente e anche se spesso il martedì era pronto a farti un cazziatone… Guai a chi ci toccava! Era come un padre protettivo per noi, con tanta personalità. E poi quell’episodio indimenticabile dove ha tirato fuori tutta la sua genuinità e coraggio in quel famoso derby Brescia – Atalanta; è stato incredibile vederlo correre inarrestabile sotto il settore occupato dai tifosi bergamaschi. Io stavo festeggiando il gol con Roberto Baggio e tutti i compagni di squadra per quel pareggio acciuffato all’ultimo tuffo, in un derby sentitissimo. Ricordo bene anche il siparietto con l’arbitro Pierluigi Collina che lo stava aspettando vicino la panchina per allontanarlo dal campo e lui con il suo romanesco lo anticipò e disse all’arbitro “Nun te preoccupa, vado fori vado fori”.

Un altro aneddoto nel derby di ritorno

“Dopo i fatti dell’andata si respirava un clima di grande tensione e il percorso verso lo stadio di Bergamo sembrava un film di guerra: siamo stati scortati da 7 camionette della celere dal casello di Brescia, ricordo, come fosse ieri, che facemmo l’ultimo tratto di viaggio in piedi sul corridoio del pullman perché si temeva un lancio di oggetti verso il mezzo. Prima di partire però, mentre stavamo salendo ad uno a uno nel pullman, il mister davanti alla porta chiedeva ad ognuno di noi: “Aho taa senti o non taa senti? Io ce vado a Bergamo”. Per la cronaca la partita finì 0-0 ma Mazzone fu bersagliato tutta la partita con striscioni e coreografie di ogni tipo”.

Un altro momento storico che Alessandro Calori lo ha vissuto da protagonista in prima persona è datato 14 maggio 2000. Ultima giornata di campionato si gioca Perugia Juventus. La Juve ha due punti di vantaggio sulla Lazio che gioca in casa contro la Reggina già salva, come il Perugia. Nell’intervallo col punteggio di 0-0 sul Renato Curi si scatena uno dei più grandi nubifragi della storia.

“C’era un bel sole il primo tempo, poi venne giù tanta di quell’acqua da allagare non solo il campo ma anche il tunnel dello spogliatoio… In quei momenti concitati rimanemmo fermi per 71 minuti con l’arbitro Collina, sempre lui, costantemente al telefono. Lui si capiva che voleva sospendere la partita e rinviarla ma dalla Federazione gli imposero di portarla a termine. Durante la settimana c’era stata tanta pressione e attesa per la partita anche per il famoso gol annullato a Cannavaro, nella sfida precedente della Juve vinta contro il Parma; Gaucci aveva minacciato il ritiro in caso di sconfitta”.

Una volta ripresa la partita l’episodio decisivo

“Dopo pochi minuti, sugli sviluppi di una punizione laterale di Rapajc, raccolsi una respinta corta di Antonio Conte, controllai di petto e di destro segnai con un bel tiro al volo! Da subito capii l’importanza di quel gol, anche dal punto di visto personale, essendo un tifoso bianconero fin da piccolo. Ma ero lì a fare il mio lavoro e impegnarmi al massimo come ho sempre fatto nella mia lunga carriera. Anche perché tutti si ricordano il mio gol come causa di quello scudetto perso ma nessuno si ricorda la dozzina di occasioni da gol che la Juventus e soprattutto Inzaghi si sono letteralmente divorati”.

Cosa è cambiato da quel giorno?

“Quell’episodio ha segnato sia in positivo che in negativo la mia carriera; da una parte essere ricordato da tutti i tifosi che spesso mi fermano per parlare di quel famoso gol, dall’altra però mi dà un po’ fastidio che un’intera carriera venga sintetizzata e ricordata solo per il gol alla Juve. Ho giocato oltre 600 partite da professionista, molte delle quali da capitano e non è giusto che tutto quello che ho fatto in campo per tanti anni venga messo in secondo piano”.

Passiamo alla tua nuova vita, quella da allenatore

“Amo lavorare soprattutto con i giovani dove puoi incidere e metterci più del tuo; il ruolo dell’allenatore è un processo di crescita continuo, ogni giorno migliori, acquisisci informazioni ed esperienze utili da utilizzare al momento opportuno. Devo dire che solo in quattro occasioni ho avuto la possibilità di iniziare la stagione dalla preparazione estiva e in ognuno di questi casi ho potuto raggiungere gli obiettivi lanciando giovani e esprimendo un bel calcio”.

Le imprese più belle sono tante

Portogruaro e Trapani, sicuramente sono le più eclatanti… Ma anche a Brescia e Padova è stato fatto un gran lavoro; con il Brescia anche il record di imbattibilità: 900 minuti senza subire gol. Trapani è stato l’ultimo grande percorso ma anche il più grande rammarico e rimpianto; entrai in corsa con la squadra ultima con 11 punti dopo il girone d’andata, tutti ci davano per retrocessi. Rivoluzionai la squadra, cambiando 13 calciatori e iniziò una cavalcata incredibile: una media da play off con ben 33 punti fatti e la possibilità di arrivare alla salvezza giocandoci in casa l’ultima partita! Tutti pensavano al lieto fine, eravamo lì e dopo quella rincorsa devi completare l’opera… Invece quel giorno rimarrà impresso nella mia mente come il più grande rimorso”.

Il 13 maggio 2017 perdendo in casa con il già salvo Cesena il Trapani fa harakiri; pochi giorni dopo a Brescia è obbligato a vincere, ma la squadra è bloccata, sotto shock; esce sconfitta dal “Rigamonti”, la rincorsa fatta rimarrà qualcosa di incredibile, ma non passerà alla storia perché il Trapani retrocede in serie C.
Torniamo felici parlando di Portogruaro

“Entrai in corsa e ci salvammo, la stagione successiva confermammo tutti inserendo altri tre giovani in rosa… Quell’anno si creò un gruppo unico, una squadra che aveva voglia di vincere per coronare un sogno! A quattro partite dalla fine eravamo secondi, a meno due punti dall’Hellas Verona capolista”.

Il Portogruaro nella stagione 2009-2010 ottenne, per la prima volta nella sua storia, una clamorosa promozione in Serie B. Decisiva fu la vittoria allo stadio Bentegodi contro l’Hellas Verona (di fronte a 30.000 spettatori) nell’ultima giornata di campionato con gol all’89° minuto di Riccardo Bocalon.

“Dentro di me ero stra-sicuro che avremmo vinto il campionato: tre settimane prima della sfida clou di Verona scrissi un bigliettino a ciascun giocatore. Ad ognuno misi la motivazione personale sul perché bisognava andare a vincere, dietro una squadra c’è l’individuo e ciascun individuo le proprie ambizioni, motivazioni e obiettivi… Feci leva su questo! All’89° andammo in vantaggio, la storia era stata scritta!”.

Cosa ti aspetti dal futuro?

“Ho una grande voglia di tornare in pista, quando la situazione sanitaria permetterà di farlo in sicurezza. Nel frattempo continuo a studiare, prendendo informazioni su tanti calciatori, specialmente giovani e delle categorie minori, seguo gli workshop online con gli interventi dei miei colleghi, da poco ho partecipato con grande interesse a quello di De Zerbi e mi è piaciuto molto!”.

Un’ultima curiosità… Sei anche scrittore?

“Scrittore è una parola grossa… Ai tempi dell’Udinese mi piaceva scrivere un diario, appuntandomi tutte le emozioni pre-partita, a cominciare dal ritiro… Era un modo per vivere l’attesa della gara, mi rilassava. Durante un’amichevole decisi di scrivere una pagina per ogni compagno di squadra… Da capitano volevo regalare a tutti un pensiero, per ringraziarli e per lasciargli qualcosa di mio e della nostra esperienza insieme. Degli editori mi proposero di pubblicare tutto su un libro, inizialmente ero un po’ scettico… Decisi di farlo per uno scopo benefico e così l’intero ricavato della vendita venne devoluto in beneficenza per acquistare biciclette speciali per dei ragazzi con disabilità che partecipavano a una manifestazione sportiva… Il titolo del libro è “Il capitano racconta”.

E così la carriera lunga e pregna di momenti significativi, emozionanti e storici per Alessandro non si è fermata al calciatore ma continua nell’uomo-allenatore che sa incidere, vivere e trasmettere insegnamenti ed esperienza… Presto di nuovo in panchina!

LE COORDINATE DI ALESSANDRO CALORI:

Alessandro Calori, Arezzo, 29 agosto 1966, è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

– 1 CAMPIONATO DI SERIE C2 (MONTEVARCHI)
– 1 COPPA TITANO (JUVENES/DOGANA 2009)
– 5 PRESENZE IN EUROPA LEAGUE
– 8 PRESENZE E 1 GOL IN COPPA INTERTOTO
– 306 PRESENZE E 10 GOL IN SERIE A
– 165 PRESENZE E 5 GOL IN SERIE B
– 21 PRESENZE E 1 GOL IN SERIE C1
– 57 PRESENZE E 2 GOL IN SERIE C2

CARRIERA DA ALLENATORE

STAGIONE SQUADRA CATEGORIA    
2018/2019 TERNANA SERIE C
2017/2018 TRAPANI SERIE C
2016/2017 TRAPANI SERIE B
2014/2016 BRESCIA SERIE B
2013/2014 NOVARA SERIE B
2011/2013 BRESCIA SERIE B
2010/2011 PADOVA SERIE B
2008/2010 PORTOGRUARO SERIE C1
2007/2008 AVELLINO SERIE B
2006/2007 SAMBENEDETTESE SERIE C1
2005/2006 TRIESTINA SERIE B
2004/2005 VENEZIA SERIE B VICE

CARRIERA DA CALCATORE

STAGIONE SQUADRA CATEGORIA PRES GOAL
2002/2004 VENEZIA SERIE B 58 1
2000/2002 BRESCIA SERIE A 63 1
1999/2000 PERUGIA SERIE A 33 5
1995/1999 UDINESE SERIE A 122 3
1994/1995 UDINESE SERIE B 36 4
1992/1994 UDINESE SERIE A 64 3
1991/1992 UDINESE SERIE B 35 0
1990/1991 PISA SERIE A 24 1
1989/1990 PISA SERIE B 37 0
1988/1989 MONTEVARCHI SERIE C1 21 1
1985/1988 MONTEVARCHI SERIE C2 57 2
1984/1985 AREZZO SERIE B 0 0

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