Un manager di grande esperienza con noi oggi su SOCCEROAD, dopo tanti anni passati nella Fiorentina curando rapporti e gestendo tantissime situazioni, il suo racconto tocca i successi entusiasmanti ma anche i momenti critici affrontati.
Non è semplice passare in pochi giorni da calciatore a uomo della società: un cambio netto di visioni e modi di comportarsi ma Roberto Ripa ha saputo calarsi alla grande nel suo nuovo mondo diventandone un esempio.
Tutto inizia con un percorso da giocatore fatto di sacrifici, tante partite e battaglie vinte per poter arrivare in Serie A.
“Ho fatto tutta la trafila dal settore giovanile della mia città Porto Sant’Elpidio, fino a debuttare in prima squadra; poi mentre facevo l’Università mi sono trasferito alla Bibbianese, sempre in Serie D. Da lì attirai le attenzioni di diverse squadre, ma fu il Montevarchi, che militava in Serie C1, a volermi di più, così iniziò la mia carriera di professionista”.
L’arrivo in Serie A e poi la stagione 2 in 1 nel Perugia
“Debuttai in Serie A con la maglia dell’Udinese all’età di 28 anni, dopo una lunga gavetta; poi Bari, Ancona e Perugia… Proprio con i biancorossi ho vissuto una strana e inconsueta unica stagione lunga 2 anni, la ricordo come la stagione 1998/2000! Subito dopo aver concluso il campionato nel maggio 1999 il Presidente Gaucci ci portò in tournée per 1 settimana in Giappone, con noi infatti giocava Nakata. Appena rientrati dal sol levante, 7 giorni di vacanza e successiva partenza per il ritiro precampionato, in quanto da lì a 20 giorni avevamo la prima partita ufficiale nella Coppa Intertoto. Quella nel Perugia fu davvero un’esperienza molto intensa ma anche molto gratificante”.
LA PILLOLA
…”Durante il tuo percorso di vita incontri tante persone, la cosa più importante è lasciarle migliorate..!”.
Poi dopo Terni la lunga storia d’amore con la Fiorentina
“Dopo 2 anni alla Ternana in Serie B rimasi senza contratto; mi allenavo a Coverciano con i calciatori disoccupati e nel frattempo ho conseguito il patentino Uefa B. Mi proposero di sposare il progetto del nuovo Presidente della Fiorentina Della Valle; la squadra gigliata ripartiva dalla Serie C2 dopo il fallimento e il nome inizialmente era Florentia Viola. Vinto quel campionato, fummo ripescati in Serie B con l’epilogo del play off che ci permise, proprio battendo il Perugia, di ritornare in Serie A… Decisi di smettere con il calcio giocato e accettare l’offerta del presidente Andrea Della Valle di ricoprire il ruolo di Team Manager della nuova Fiorentina!”.
Qui la tua nuova vita calcistica, 11 anni Team manager
“Ho avuto il piacere di lavorare con allenatori di grande spessore tecnico e umano; nell’arco degli anni mi sono relazionato con Prandelli, Mihajlovic, Montella, Paulo Sousa, tutti diversi ma tutti in grado di dare tanto alla squadra e alla società. Il vissuto da calciatore deve aiutarti, ma devi indossare i nuovi panni del manager e lavorare per le strategie societarie, non devi ragionare più da calciatore e cercare di fare il meglio per società e squadra. E’ stato fondamentale scegliere, creare lo staff e i collaboratori; è importante giocare d’anticipo, programmare… E noi, partendo da zero, ci siamo riusciti!”.
Spiegaci in che consiste questo ruolo
“Vivere in simbiosi con la squadra, praticamente h24, essere il punto di riferimento della società all’interno dello spogliatoio: è un ruolo molto delicato e di grande responsabilità. Problemi di logistica, problemi personali dei calciatori, dello staff, comunicazioni tra mister e dirigenza, sviluppo della programmazione… Tutta la vita della prima squadra passa attraverso il Team Manager. Devi filtrare tutto nelle due direzioni e cercare di risolvere più problematiche possibili senza nemmeno chiedere all’altra parte”.
Il momento più difficile e delicato in questo tuo ruolo
“Di sicuro l’anno dopo Calciopoli! Prima dell’inizio del campionato non si sapeva il destino societario, si passava dalla retrocessione in serie B alla penalizzazione in Serie A. Tutti i calciatori erano in dubbio e non sapevano se rimanere con il rischio di giocare in Serie B; lì il mio lavoro e il mio ruolo era molto complicato, non vi erano certezze di categoria e quando subentra la paura l’uomo reagisce secondo natura: scappa o combatte. Una situazione davvero complicata. Alla fine rimasero tutti e ci diedero 19 punti di penalizzazione (poi ridotti a 16)”.
Una rincorsa clamorosa
“Fu un’impresa epica! Oltre che il -16 in classifica perdemmo anche le prime due partite di campionato, sembrava impossibile solo pensare di poterci salvare. Invece da lì iniziò una rincorsa memorabile, Mister Cesare Prandelli forgiò un gruppo invincibile e di una forza mentale unica… Non solo ci salvammo ma conquistammo la qualificazione in Europa League!”.
Un altro momento di cui vai orgoglioso?
“Sicuramente la trasferta di Champions League a Liverpool. Dopo aver perso la prima partita del girone vincemmo le successive 3 gare e al penultimo turno avevamo in casa il match point per staccare il pass per il passaggio del turno contro il Lione. Alla vigilia di quella gara feci un accordo con il presidente Andrea Della Valle che, in caso di qualificazione anticipata, saremmo andati a Liverpool portando via tutti i familiari… Accettò dandomi la mano. Così fu! Un’organizzazione davvero complicata, eravamo in tanti ma furono dei giorni indimenticabili. Due giorni strepitosi che si conclusero nel migliore dei modi: vincemmo ad “Anfield Road” battendo il Liverpool!. Un vero peccato però che da primi del girone pescammo agli ottavi la migliore seconda di tutte: il Bayern Monaco”.
Negli ottavi di finale della Champions League 2009/2010 la Fiorentina sfida i Tedeschi del Bayern Monaco; all’andata finisce 2-1 per Robben e compagni ma, all’Artemio Franchi, la Fiorentina sfiora l’impresa. Al 64° Jovetic porta il punteggio sul 3-1, Firenze sogna i quarti di finale ma pochi secondi dopo Robben si accende e con una grande giocata segna il gol qualificazione.
“Avevamo fatto una partita incredibile, tantissime occasioni da gol, meritavamo il superamento del turno per il gioco espresso e le palle gol create nelle due partite, ma sul più bello la doccia gelata che non ti aspetti”.
Dopo 11 anni pieni di emozioni un nuovo incarico
“Per sei mesi andai a San Francisco, negli USA dove con la Fiorentina avevamo un Progetto di Settore Giovanile in collaborazione con la Federazione calcio Nord California: la NorCal Premier Soccer. L’obiettivo era lo sviluppo del brand a livello internazionale con la formazione degli allenatori e delle Academy, seguendo la metodologia della Fiorentina. In più lo scouting per selezionare potenziali talenti da inserire nel nostro settore giovanile… Una bella esperienza!”.
Poi il rientro alla base nel ruolo Club manager
“Il mio compito è stato quello di gestione dei rapporti e relazioni tra squadra e società, senza il discorso della logistica. Con l’avvento di Mr Paulo Sousa sono tornato poi a ricoprire di nuovo l’incarico di Team Manager”.
Cambio di dirigenza e l’addio dopo tanti anni alla Fiorentina
“La nuova proprietà decise per un rinnovamento societario, con l’arrivo di Pantaleo Corvino e di conseguenza di un nuovo staff… Ci sta fa parte del calcio, come detto prima, la collaborazione e il team di lavoro è fondamentale per la buona riuscita e la conquista degli obiettivi. Così decisi di tornare negli USA, aprendo un’academy a Seattle e portando anche i ragazzi migliori in Italia per delle amichevoli: volevo far capire loro come fosse la cultura calcistica italiana, come ci si allena e come si vive il calcio. Ci siamo allenati a Coverciano e abbiamo fatto delle partite amichevoli contro squadre professionistiche e non… E’ stata una bella esperienza e un’altra soddisfazione del mio percorso”.
Il rientro in Italia, Pradè ti voleva all’Udinese
“Al rientro ho collaborato per un breve periodo con una agenzia di procuratori sportivi. Poi arrivò la chiamata di Daniele Pradè che mi volle nel suo staff con il ruolo di Supervisore Area Tecnica dell’Udinese. Un bell’incarico che mi ha permesso di stare a contatto con tanti giovani. Ce ne sono bravi, che meritano, anche se in numero minore rispetto a 20 anni fa. Il calcio è sempre più veloce e la differenza oggi sta nella relazione abilità-fisico-mentalità (skills-body-mind), ecco perché sono pochi quelli che arrivano ad alto livello… Il connubio corpo e mente è comunque il vero segreto”.
Che consigli dai ai giovani calciatori
“Consiglio di vivere da atleti: la cura del corpo per un calciatore è fondamentale, inoltre molti giovani oggi mancano di motivazioni, intraprendenza, carattere e spirito di sacrificio… Ma le nuove generazioni sono veloci nell’apprendimento (purtroppo anche di aspetti non positivi) e quindi chiunque interviene nei processi di crescita dei ragazzi, deve stimolare questi aspetti perché le distrazioni esterne sono tante. Non ci deve essere una competizione (e comparazione) che suscita invidia ma una che tenda a far migliorare. Il lavoro quotidiano non deve pesarti mai perché solo così ti puoi realizzare”.
Cosa fai oggi e quali sono i progetti futuri?
“Aspetto il progetto e l’occasione giusta per tornare a fare quello in cui sono specializzato. Nel frattempo coltivo il mio piano B, che tutti quanti credo dovrebbero avere sempre per non fossilizzarsi troppo su una sola attività. Io ad esempio sono molto attivo e stimolato in un progetto di una multinazionale che si occupa di nutrizione e quindi di salute. Soprattutto in questo momento dove si ha del tempo a disposizione si dovrebbe investire su qualcosa… La domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è: cosa sto facendo ora per uscire da questa quarantena migliore di quando ci sono entrato?”.
Roberto Ripa, a distanza di anni, mantiene la voglia e il desiderio di continuare a migliorarsi cercando nuove idee, nuove strade per allargare il suo punto d’osservazione. Non si ricopre un ruolo di altissimo livello per tanti anni a caso, siamo fiduciosi che presto tornerà in pista perché uno come lui, con le sue idee ed esperienze ha tanto da insegnare nel calcio di oggi e di domani.
Per seguire Roberto sui SOCIAL ecco i suoi account:
Facebook > Roberto Ripa
Instagram > @robertoripa67
LE COORDINATE DI ROBERTO RIPA:
Roberto Ripa, Sant’Elpidio a mare (AP), 29 ottobre 1967 è un ex calciatore italiano, difensore centrale.
– 3 CAMPIONATI DI SERIE B (UDINESE 1995 – BARI 1997 – FLORENTIA VIOLA 2004)
– 1 CAMPIONATO DI SERIE C1 (FIDELIS ANDRIA 1992)
– 1 CAMPIONATO DI SERIE C2 (FLORENTIA VIOLA 2003)
– 70 PRESENZE E 2 GOL IN SERIE A
– 241 PRESENZE E 18 GOL IN SERIE B
– 92 PRESENZE E 4 GOL IN SERIE C1
– 31 PRESENZE E 4 GOL IN SERIE C2
– 87 PRESENZE E 5 GOL IN SERIE D
CARRIERA DA DIRIGENTE | ||||
2018/2019 | UDINESE | TECHNICAL DIRECTOR | ||
2016/2017 | FIORENTINA | TEAM MANAGER | ||
2015/2016 | FIORENTINA | CLUB MANAGER | ||
2004/2015 | FIORENTINA | TEAM MANAGER | ||
CARRIERA DA GIOCATORE | ||||
STAGIONE | SQUADRA | CATEGORIA | PRES | GOAL |
2003/2004 | FLORENTIA VIOLA | SERIE B | 14 | 1 |
2002/2003 | FLORENTIA VIOLA | SERIE C2 | 31 | 4 |
2000/2002 | TERNANA | SERIE B | 65 | 3 |
1998/2000 | PERUGIA | SERIE A | 39 | 0 |
Nov 1997 | ANCONA | SERIE B | 23 | 2 |
1997/1998 | BARI | SERIE A | 5 | 1 |
1996/1997 | BARI | SERIE B | 32 | 2 |
Nov 1995 | BARI | SERIE A | 15 | 1 |
1995/1996 | UDINESE | SERIE A | 7 | 0 |
1994/1995 | UDINESE | SERIE B | 35 | 5 |
1992/1994 | FIDELIS ANDRIA | SERIE B | 72 | 5 |
1991/1992 | FIDELIS ANDRIA | SERIE C1 | 33 | 3 |
1990/1991 | AREZZO | SERIE C1 | 31 | 1 |
1989/1990 | MONTEVARCHI | SERIE C1 | 28 | 0 |
1988/1989 | BIBBIANESE | SERIE D | 32 | 2 |
1986/1988 | PORTO SANT’ELPIDIO | SERIE D | 55 | 3 |