Federico Socceroad: la mia “puntata” a Las Vegas

Se tu mi domandassi cosa fare per Halloween… Ti consiglierei un viaggio super! Perché non andare nel deserto del Nevada… Perché non fare una puntatina a Las Vegas?!

Il mio lavoro da allenatore comporta molte responsabilità, sacrifici e talvolta presenta un risvolto della medaglia non proprio spensierato, ma devo riconoscere che mi ha dato e mi dà possibilità di visitare posti nuovi e davvero unici!


Tra questi, ce n’è uno che grazie al calcio ho avuto il piacere di vivere per 6 giorni filati: Las Vegas! La capitale statunitense dell’intrattenimento, costruita ex novo, in mezzo al deserto e vicina (per modo di dire!) a Los Angeles e Phoenix, che distano comunque 440 e 480 Km.

Buffalo – Las Vegas: volo diretto con partenza dalla città americana più vicina a casa mia; la squadra U15 boys di Empire Niagara impegnata al torneo Major Cup, io e il mio collega di avventure Davide pronti a partire. Il viaggio si organizza in maniera autonoma, ciascun ragazzo in base alle sue esigenze familiari, anche perché lo spostamento non è di poco conto: 5 ore di volo e ben 3 ore di fuso!

LA PILLOLA

Il nome Las Vegas deriva da un termine spagnolo che significa “I prati”. Nella zona esistevano infatti dei pozzi d’acqua che permettevano il fiorire di alcune verdeggianti oasi.

Atterriamo a Las Vegas che è sera, già dall’alto si capisce la maestosità e l’unicità della città, nulla che si possa vedere all’orizzonte, ma un mare di luci che si fondono, all’interno dell’agglomerato urbano. 

Non si fa in tempo ad aprire il portellone dell’aereo e già si capisce la follia dell’atmosfera di una città-casinò: l’aeroporto è tappezzato di banner, monitor che proiettano filmati di partite di poker, poi slot-machine ovunque e quando dico ovunque intendo al ritiro bagagli, nei bagni, nei corridoi, al desk del check-in e perfino nei taxi!!!

Clima straordinario, per essere a cavallo tra ottobre e novembre, minima 18° e massima 27°C, un vento tiepido che per noi, (ormai quasi!) canadesi e quindi in attesa della prima neve, ritrovarci in bermuda e infradito era una sensazione gradevolissima… Il bello però doveva ancora arrivare e da lì a poco lo stile di vita pazzo di quel posto sarebbe emerso con tutta la sua forza!

Il nostro Manager, Mark, aveva trovato come quartier generale una bella villa, zona residenziale dove palme altissime e macchine fiammanti la facevano da padrone. Piscina riscaldata, cinema e sala giochi, sei camere super spaziose che accoglievano noi e alcuni dei nostri ragazzi, con le proprie famiglie.

Eravamo lì per prendere parte ad un torneo, tra i più prestigiosi delle West Coast, che ospita squadre provenienti dalla California, Texas e anche Messico; i campi sembravano biliardi che quasi quasi dispiaceva  giocarci sopra. Atmosfera singolare, che fa percepire con intensità l’eccezionalità della location della competizione: palme intorno ai campi da calcio, lo skyline della città disegnato dalle montagne, rese ormai famose dai film di Hollywood, ma di un effetto imponente e impattante quando te le trovi faccia a faccia! Limousine a go go, come da noi le city car, noleggiate dai turisti per pochissimi dollari, folla fluttuante ogni dove per le strade, vestita in maniera folcloristica e stravagante… Un concentrato infinito di dettagli, colori, voci che si mescolano davanti ai nostri occhi riempiendoci le orecchie e la mente.

Affascinante il Las Vegas “Strip”, che altro non è che la strada principale della città, su cui si affacciano gli hotel e casinò più belli, musica 24h al giorno, casse  disseminate sui marciapiedi, attaccate ai lampioni e nascoste addirittura tra le siepi! Ma Las Vegas non è solo questo: in 40 minuti di auto, infatti, ci si può incredibilmente trovare tra canyon e maestose cime dalle sfumature rosso-argilla… Incomparabili con altre attrattive! Nella ‘Valley of Fire State Park’ – “Valle del Fuoco” in pieno deserto.

Ma torniamo al torneo 🙂 Debutto di fuoco, in notturna, contro i padroni di casa del Downtown Las Vegas FC; come ogni sfida che disputiamo nella West Coast, veniamo inclusi sempre nel raggruppamento della squadra favorita cioè con ranking più alto, oppure nel girone dei padroni di casa… Il perché? Semplice! Essendo canadesi ma giocando in USA, l’idea che hanno di noi è quella di ‘squadra soft’, con la quale vincere facile… Risultato? Vinciamo 2-1 🙂 eliminando di fatto la squadra promotrice del torneo, suscitando le (non poche!) ire degli organizzatori e allo stesso tempo la curiosità degli addetti ai lavori; e pensare che siamo scesi in campo solo 4 ore dopo essere atterrati, con tanto di fuso orario da smaltire e con un’alzataccia mattutina sul groppone… Praticamente un’impresa! A sorpresa, con due vittorie e un pareggio, ci qualifichiamo per la semifinale. Con una ‘rosa ristretta’ per contenere i costi di trasferta (… appena 14 giocatori!) disputando tre match in 2 giorni, arriviamo col ‘fiato corto’ per le due partite più importanti. La semifinale è una battaglia sportiva che riusciamo a vincere, nonostante la perdita di tre giocatori per infortunio… L’indomani la finale, contro la temibile squadra di messicani!!!

E a suon di maracas purtroppo il nostro sogno si infrange. Complice un gol fantasma, assegnato agli avversari (che ad aver avuto il VAR l’annullamento era garantito 🙂 ) rimane però la soddisfazione di essere saliti sul secondo gradino del prestigioso podio di Las Vegas, immortalando così questa esperienza indelebile nel cuore e nella memoria dei ragazzi e (perché no?!) anche nella mia! 

Tornando al lato goliardico della trasferta, nella città della perdizione per eccellenza, non potevo non passare tre serate a spasso per lo Strip, sentirmi come in Ocean Eleven oppure in Una notte da leoni… (almeno uno dei due è obbligatorio averlo visto!). Si gioca ad ogni angolo: ai tavoli dei ristoranti, nei bagni dei locali, nei corridoi degli hotel… Casinò immensi offrono concerti piuttosto che serate di gala e non è affatto difficile incrociare attori e star al Caesars Palace o al Bellagio Towers. Fontane colorate con getti d’acqua altissimi zampillano scenograficamente, gente che canta in giro ad ogni ora  della notte, smarrendo completamente la cognizione del tempo… Del resto non esistono orologi per tutta la città!

Senza tralasciare neanche la visita di un casinò, con il mio collega Davide, abbiamo macinato chilometri e fatto un’onestissima puntatina alla roulette del Venetian Hotel! Conosciuto per essere la Venezia made in Usa, le girate in gondola nel ‘Canal Grande’ o sotto al ponte di Rialto, passeggiare per Piazza San Marco… Ci ha fatto respirare un’atmosfera dal sapore familiare che non ci è dispiaciuta affatto!

Come nelle fedeli pellicole hollywoodiane, anche qui sbucano piacenti ragazze pronte a stringere una conoscenza che si fa sempre più stretta se la fortuna al gioco è dalla tua… E nel caso, la ruota quella sera proprio non girasse, nessun problema! C’è sempre il “bar dei perdenti” pronto ad accoglierti. Ebbene, ci siamo seduti a quel bancone pensando fosse come tanti… Invece non era così! Un signore con cappello da cowboy in testa si stava letteralmente scolando il suo bel bicchiere di whisky e poi un altro e un altro ancora… Dopo qualche minuto ne arrivano due, con ghiaccio, proprio davanti ai nostri occhi… Quel cowboy ci aveva offerto un giro, intuendo che eravamo due giocatori non proprio esperti e che magari, come lui, eravamo disperati per aver perso tutto! Non potevamo deluderlo e abbiamo brindato a quei 150 dollari mandati in fumo J Avremmo preferito un cin-cin alla vittoria e magari in compagnia di qualche bella donzella… Ma non tutto si può avere!

Alla fine, questa magica esperienza si chiude quindi con un bilancio positivo! 

Un bel secondo posto al torneo, grande risultato per essere il primo torneo dell’Accademia canadese e poi la sensazione fantastica di aver vestito i panni del turista fortunato, visitando un mondo così unico nel suo genere e per di più farlo durante Halloween quando chiunque, dai croupier fino alle hostess aeroportuali, gareggia per sfoggiare il travestimento più bizzarro… E’ stata “Una notte da Leoni”… Anzi da Leoncini 🙂 Capace di farmi ricordare Las Vegas con grande emozione!!

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