Giovanni Armanini: numeri e idee per un calcio innovativo

Con il personaggio di oggi vi metto alla prova! O meglio metto alla prova la vostra passione per il calcio “ragionato” e interpretato attraverso la lente dei numeri e delle innovazioni! 

Vi presento un professionista che non è un calciatore né un uomo di spogliatoio, ma uno che il calcio lo vive adottando un approccio scientifico e strumentazioni iper-tecnologiche.

Un percorso simile per certi aspetti ci accomuna: giovane, appassionatissimo quanto esperto in materia, anche lui italiano che per lavoro migra all’estero. Ecco chi è Giovanni Armanini, penna di grandi testate giornalistiche, da qualche anno vive a Manchester, corrispondente di Tuttosport e per pura combinazione lavorativa ci siamo conosciuti settimane fa a Collecchio, al centro sportivo di allenamento del Parma FC.

Con lui la chiacchierata si fa subito incalzante perché mi racconta di aver approfondito il calcio a molte latitudini – Inghilterra a parte, Africa e Sud America per citare due realtà importanti – e la cosa che ha notato nella sua esperienza è che il mondo può essere classificato in due differenti approcci culturali al calcio.

LA PILLOLA

“Direi che Nord Europa e mondo anglosassone (Usa compresi) in generale hanno un orientamento legato all’evento, alla presenza allo stadio, all’analisi dell’evento sportivo fine a sé stesso. Nel Sud Europa (e America) il calcio mi pare più…

un fenomeno sociale connesso al gioco del calcio, quindi un qualcosa di composito che non si esaurisce nell’evento sportivo in sé. L’Italia fa naturalmente parte di questo secondo gruppo e credo che qualsiasi riforma del sistema dovrebbe partire anziché da un astratto tentativo di imitare modelli vincenti da una consapevole analisi di cosa è il calcio per l’Italia e gli italiani”.

E in tema di riforma italiana del calcio, Giovanni ha le idee monto chiare, anzi proprio matematiche.

Infatti occupandosi di calcio da giornalista/ analista dice che gli piacerebbe vedere in futuro un approccio culturale sempre più improntato ai dati, che abbandoni certi cliché e che adotti un metodo sempre più analitico e meno “intuitivo” di quel che è stato fin qui. E così mi inizia a parlare della sua “teoria del 16”.

“Personalmente partirei dal calcio di base e dalle categorie inferiori anziché dalle leghe maggiori. Due cose in particolare: 1. l’abolizione di qualsiasi obbligo/incentivo legato all’utilizzo dei calciatori giovani, che è un qualcosa di antitetico alla meritocrazia di cui si ha bisogno; 2. la revisione totale della piramide calcistica in un’ottica totalmente nuova. Secondo me bisognerebbe partire da un numero, il 16, come cardine del sistema. 16 squadre per campionato/girone e 16 come discrimine (16 regioni italiane ovvero 20 meno 4 possibili accorpamenti) a metà piramide tra il calcio organizzato dalle leghe nazionali e dal sistema regionale – provinciale. E poi 16 è anche il numero perfetto nello sport perché permette di strutturare i tornei a eliminazione con grande facilità. La mia idea di fondo è che a partire da Serie A e B a 16 squadre l’una si passi poi a livelli successivi che decretino una C1 da 2 gironi di 16, una C2 da 4 gironi da 16, una D da 8 gironi da 16, una Eccellenza da 16 gironi da 16 e così via raddoppiando di volta in volta in modo da arrivare fino all’ultimo livello della piramide. Ci sono numerosi vantaggi in un sistema così in cui il vertice non perderebbe il valore dei diritti tv via via si avrebbe una rivalutazione complessiva dei vari livelli”.

La domanda, a questo punto, mi sorge spontanea: “Giovanni come vedi il calcio del futuro?”.

Lui crede che a livello europeo ci sarà un riequilibrio tra il numero di partite internazionali/ nazionali. “Partendo da una  stagione da 60 partite massimo – mi spiega – vedo un passaggio delle gare di campionato dalle attuali 38 a 30 e delle europee fino ad un massimo di 20/22 con coppe allargate anche a qualche week end per ragioni di mercato (ovvero vendere i diritti tv a prezzo maggiore in Asia e Usa). Vedo bene il passaggio a 3 livelli europei con un sistema di promozioni retrocessioni, mi pare che Eca e Uefa vadano in questa direzione. Fondamentale in questo passaggio è capire che a 20 anni dalla sentenza Bosman, siamo ormai ad un sistema non più verticale su base nazionale ma orizzontale su base continentale. Che era inevitabile il compimento di un sistema in cui i top club potendo reclutare su base europea e non più nazionale finissero per verticizzare il calcio europeo su pochi nomi così come verticizzato era il calcio nazionale che ormai è per larghi tratti anacronistico visto che in 4 paesi su 5 vi è l’egemonia sistematica di 5 club (Juventus, Psg, Bayern, Real e Barça) e solo nel sesto vi è una reale alternanza. L’errore che si commette è credere che a causare questo sia stato il fair play finanziario, che anzi non ha impedito a club come City e Psg di emergere: tutto nasce con la Bosman che silenziosamente ha imposto una nuova dinamica al mercato del lavoro finendo per modificare i rapporti di forza. Bisogna ripartire da questi concetti per capire il calcio del futuro: altrimenti ci si chiuderà in anacronismi in grado solo di partorire competizioni noiose, come lo sono in larga parte i campionati nazionali e sempre meno appetibili non solo agli investitori (sponsor e tv) ma anche ai tifosi, che sono pur sempre la terza voce più importante del modello di ricavi delle squadre europee (alla voce matchday)”.

Ho apprezzato molto Giovanni per le sue idee e la grande intraprendenza, anche per il progetto di www.mihiepa.com, assolutamente rivoluzionario perché traccia la strada del calcio del futuro ad altissimi livelli; vi dico solo che il giorno in cui ho conosciuto Giovanni ho provato io stesso l’esperienza “virtual soccer”, insieme allo staff del Parma Calcio, e sono rimasto piacevolmente meravigliato! Certamente merita un capitolo a parte questo tema futuristico, per ora ringrazio tanto Giovanni per gli spunti di riflessioni che mi ha dato…

Next step: vederci a Manchester! Per approfondire il calcio inglese e le evoluzioni del tuo nuovo progetto!

LE COORDINATE DI GIOVANNI ARMANINI

Da 3 anni è corrispondente dall’Inghilterra per Tuttosport

Da quando si trasferisce a Manchester è:

–          Coordinatore editoriale di calcioefinanza.it

–          Collaboratore di Stream dove cura la piattaforma web delle squadre di Football League

–          Collaboratore di www.mihiepa.com per la quale si occupa di realtà virtuale, finalizzata al miglioramento delle facoltà cognitive dei calciatori, al recupero dagli infortuni e alla match analysis.

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